sabato 14 maggio 2011

Intervista a Fabrizio Azzellini! (seconda parte)

Ecco la seconda parte dell'intervista a Fabrizio...ci dirà qualcosa di Fatum, stavolta?

D. Se dovessi consigliare ad un giovane ragazzo, che vuole fare il regista, quale sarebbe la prima cosa che gli diresti per partire?
R. Secondo la mia modesta opinione, per partire occorrono tre componenti fondamentali: pazienza, sacrificio e, soprattutto, passione. E poi naturalmente essere pronti a fare gavetta, a partire dalle cose più semplici del mondo: iniziare dal basso vi darà la possibilità di scoprire gradualmente tutte le avversità e le difficoltà nel crescere dei progetti. Così facendo, sarete in grado di affrontare qualsiasi situazione e di poter realizzare anche prodotti importanti. In poche parole consiglio sempre di avere un piano B... magari anche C!


Ecco Fabrizio in Cina...un po' preoccupato da quello che dovrà mangiare 
D. Quali sono i tuoi punti di riferimento?

R. Non ho una persona alla quale mi ispiro, in particolare: nel cinema mi piaccione le storie, i personaggi, i paesaggi e li rivivo nella mia mente sempre in maniera diversa, mi piacciono i thriller di Christopher Nolan come “Inception” e  Memento”, ma anche le serie tv come “Lost” “Heroes” e “Flash Forward”.... ma se ti devo dire a chi mi devo ispirare allora dico, senza ombra di dubbio, a mio padre, perchè lui dopo tutti questi anni crede sempre in me incondizionatamente... e se riesco a diventare solo il 10% di quello che mio padre crede che io sia allora a quel punto sarà davvero felice!!! vuol dire che… starò volando!!!

D. Raccontaci qualcosa della tua esperienza in Cina. Hai lavorato in tre continenti molto diversi tra loro: come cambia il tuo approccio? E come sei cambiato tu?

R. Non saprei bene come spiegare il mio anno vissuto in Cina. Ti ritrovi \catapultato in mondo nel quale vai a sbattere contro una cultura radicata e profondamente diversa da quella italiana, ma che cerca di emulare il più possibile, che investe tantissimo in qualsiasi campo con una velocità incredibile. Io amo stare sempre in movimento, non riesco a stare fermo nello stesso posto e nello stesso momento per svariato tempo, e questa è una cosa che ho ritrovato nell’esperienza trascorsa in Cina, anche se c’erano dei capisaldi fissi, immobili e ben radicati sia nella società che nella cultura di quel posto. Questo è il senso giusto secondo me: crearsi una corazza di concetti-base intorno ai quali costruire le immagini da proiettare nel futuro.

D. Fatum è un progetto ambizioso. Senza svelare la trama, cosa ti ha portato a progettare qualcosa di così articolato?
R. Secondo me c’è un momento in cui hai bisogno di sfidare te stesso, di vedere se ce la puoi fare, a che punto puoi arrivare. Come nello sport, in cui si dice che i giovani hanno un grande margine di miglioramento, così in questo mestiere io voglio superare i miei limiti e cimentarmi in qualcosa di molto  più grande ed importante, per dimostrare agli altri ma, soprattutto, a me stesso che di percorso ce ne sarà tantissimo e che non mi deve spaventare nulla. Fatum è un progetto che ho iniziato a scrivere in Cina, è una storia intrigante, molto curata nei particolari filosofici, etici e religiosi... Fatum  è come un filo di lana che si scioglie pian piano e va assolutamente seguito per poter ricompattare alla fine il gomitolo. Puoi immaginare di essere anche tu parte di esso per poi scoprire che in fondo tutto questo gioco alla fine sarà solo un viaggio verso l'inesorabile scorrere del tempo!!! Siete tutti pronti a conoscere il vostro destino?


Grazie Fabrizio!!!

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